domenica 3 marzo 2013

Riti (in)tramontabili - parte 1

Parlando con alcune amiche ed altre persone ho raccolto idee ed opinioni (creandomene anche una tutta mia) sui riti immancabili di un matrimonio..ho deciso quindi di partire proprio dall'inizio, ossia dall'addio al nubilato, per sviscerarlo e analizzarlo
Il testo proposto qui sotto non è mio, è tratto da Io Donna Wedding Book - nr. 1 anno 2 febbraio 2013. Comincio da qui perché da qui ripartirò con un secondo post. L'articolo è scritto da Tommaso Labranca, scrittore ed analista di tendenze della società moderna esperto di trash.




Lui, il Lele, passò la notte prima delle nozze giocando ai quattro cantoni. Lei, l'Ildefonssa, vegliò con la canasta. Almeno stando al resoconto che fa Franca Valeri in Diario della signorina snob.

Ma era il 1951 ed i ricchi amici della viziata rampolla milanese erano ben diversi dal resto della nazione, dove non esisteva neppure l'espressione "addio al celibato".
Al massimo gli amici accompagnavano lo sposo in qualche casa di tolleranza. Lei, invece, aspettava nella sua cameretta, dove riceveva dalla mamma una rapida e impacciata educazione sessuale (per lo più a parole sbocconcellate e qualche mimo) e poi restava tutta la notte trepidante e impaurita nell'attesa del giorno successivo.

Dopo l' intervento della Merlin, la vigilia delle nozze divenne ancor più triste per alcuni, e abbiamo atteso gli anni 70 ed 80 per tornare a fare baldoria, con l'importazione dell'ennesimo costume che non ci appartiene, e che abbiamo fatto subito nostro, distorcendolo in un caos di discutibile buon gusto.
Da questa rivoluzione non è più solo lo sposo a dire addio alla propria libertà, ma anche la nubile e delicata ragazza, in un trionfo di pari opportunità ottenuto grazie alle femministe degli anni 60.

Perché, quando ci impegniamo, noi donne diventiamo esattamente come gli uomini nel loro lato peggiore: volgarotte, casiniste, prevedibili e tamarre.

Quelle creature che sui loro profili Facebook sembrano così carine, sensibili, attente a non compiere la mossa sbagliata, la sera dell'8 marzo o la notte prima delle nozze si trasformano e diventano marines appena scesi da una nave dopo 40 giorni di castità forzata, e sbavano ubriache di fronte a manzi in perizoma.

Gli addii al nubilato negli ultimi anni ssono diventati tutto questo al cubo. Le semplici pizzate con le amiche si sono mutate nell'idea di creare qualcosa che nessuna abbia mai fatto, in una sorta di gara con il resto del mondo che faccia capire a tutti quanto siamo speciali, quanto siamo "pazze" pur nel nostro essere perfettine.

Si finisce per fare esattamente quello che hanno fatto le altre: i giochi aperitivo alcolici che ti distruggono ancor prima di cominciare, i trenini "aeiouipsilon", la "trasgressiva" torta cosparsa di mini falli di zucchero, le relative battute sulle dimensioni del  partner, cazzettini in mano, minigonne inguinali e noi tenere e aggraziate fanciulle che, ubriache, ci sosteniamo al direttamentedaUomini&Donne spogliarellista tartarugato di turno (povero uomo, quante ne vede così!) in un singulto di ultima libertà da cui cerchiamo di spremere di ogni!

Tutto già visto, ma nessuna osa ammetterlo. Tutto un po' triste in verità, ma nessuna lo dirà mai alle altre pena l'essere tacciata di invidiosa e cattiva.
Qualcuna si spinge oltre, imitando gli uomini ed organizzando viaggi a luci rosa a Budapest o zingarate on the road in fuga da un matrimonio agognato e supplicato per anni.  L'importante è riscuotere l'invidia delle amiche ancora zitelle che vorrebbero essere al tuo posto mentre sudi ubriaca stravolta dal volume della musica abbracciata al manzo pagato di turno sul cubo.

Considerato che l'età in cui ci si sposa in Italia è ormai abbastanza elevata, non più da ventenni, la visione di queste giovani donne magari anche alcune un po' attempate che giocano alla beat generation riempie di malinconia. E di tristezza. E sicuramente un po' fa ribrezzo.

E' poi arduo comprendere che senso abbia celebrare la fine del proprio virginale pudore in un'epoca in cui il matrimonio (per quanto atteso/sognato/sentito/desiderato) è solo un atto burocratico che avviene dopo anni di convivenza, a pace dei sensi già avvenuta.




A breve la parte 2 con i nostri pensieri...
Sbizzarritevi e criticate se vi va, o raccontateci cosa avete fatto voi!

7 commenti:

  1. riflessine meravigliosa...bellissima...approvo in pieno quello che dici...io da futura sposina non penso di fare nulla di che...se non una tranquilla serata con le amiche più care davanti una bella pizza,massimo ha espessamente richiesto che non venga fatto nulla di che perchè non ama assolutamente questo tipo di americanata...e io concordo...peccato avere la cognata 50 single testimone dello sposo che si è già prenotata per l'addio al nubilato che probabilmente non ci sarà e di sicuro non sara con lei al seguito....:-)
    katia e masssimo sposi 2013

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  2. Ciao Katia, ti ringrazio ma (purtroppo) questa non è una mia riflessione, per quanto la condivida al 90%..ma se ti va di pazientare presto svilupperò anche il pensiero mio e di Max riguardo ai vari riti, tra cui anche la famosa festa di addio...
    Anche noi opteremo per cose "ordinarie & banali", ma d'altra parte il troppo stroppia si dice, quindi ben venga la pizzata e quattro chiacchiere in compagnia! Quando vi sposate?
    Un abbraccio

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  3. Io non parlo!!! Ne ho già dette troppe su altri argomenti!!! ;)

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  4. non mi piace molto questo post. cosa vuol dire:
    "Al massimo gli amici accompagnavano lo sposo in qualche casa di tolleranza."
    "Dopo l' intervento della Merlin, la vigilia delle nozze divenne ancor più triste per alcuni"

    ...sinceramente se proprio dovessi scegliere preferirei che andasse in uno strip club!!

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  5. Io e mio marito abbiamo convenuto che questo rito immancabile ce lo potevamo far mancare senza problemi e non l'abbiamo fatto :-P

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  6. Ciao Ilaria, come detto questo pezzo è tratto da un articolo trovato, il nostro punto di vista lo stiamo ancora scrivendo, a breve lo metteremo online. Personalmente gradirei che non scegliesse né le case chiuse né lo strip club :p

    Irene anche noi ce li faremo mancare senza rimpianto alcuno :p

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  7. Una buona festa d'addio al celibato si ha quando viene organizzata dagli amici. Se a farla è lo sposo stesso, ne vien fuori una tristezza unica, con la solita pizza che preclude a come sarà la cerimonia di nozze stessa: una palla mostruosa.

    Piuttosto evitate; se ve la chiedono, procastinatela più che potete sperando se ne dimentichino. Gli sposi hanno già abbastanza di che pensare.

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